venerdì 13 agosto 2010

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«Non mi piace l’Eccellenza a 17 con l’Itala»
Nasce il super-vivaio con 500 bambini
La Gemonese lancia un “consorzio” tra otto società della Pedemontana
LA POLEMICA
L’INIZIATIVAx
Il nuovo sodalizio si chiama “Leonardo Calcio” e valorizzerà il patrimonio dei settori giovanili Il presidente Pretto: svolta epocale, il nostro futuro dipende dai calciatori formati in casa





L’operazione “Eccellenza”, in casa della matricola Gemonese, ha preso il via lunedì scorso con l’inizio della preparazione estiva degli uomini di Cortiula. Ma nella pedemontana che si riaffaccia dopo 14 anni nel massimo palcoscenico regionale la novità più succulenta parte dal basso, dal settore giovanile. Patron Pino Pretto, infatti, è riuscito a coinvolgere le otto società del circondario gemonese attorno a un nuovo progetto dedicato espressamente al vivaio e dal quale dovranno uscire i giocatori di domani.
Presidente da cosa nasce l’idea, o l’esigenza, di creare un consorzio di società della zona?
«Dall’analisi del fatto che le problematiche sono uguali praticamente per tutti. Abbiamo creato un gruppo operativo per le diverse società, con sede ad Artegna, con la voglia di creare qualcosa di importante a livello di vivaio. Ho notato dirigenti maturi e consapevoli di questa operazione “consorzio” che rappresenta senza dubbio una svolta epocale per il calcio giovanile del nostro territorio».
Come si struttura, nel concreto, questo nuovo “consorzio”?
«Abbiamo unito otto società dell’ambito del gemonese (Arteniese, Bujese, Gemonese, Osoppo, Riviera, Stella Azzurra, Treppo Grande e Venzone) basandoci soltanto sul settore giovanile, con un totale di quasi 500 bambini. Il “consorzio” prenderà il via questa stagione e si chiamerà Leonardo Calcio. Il responsabile è Claudio Lascala, e si strutturerà in un totale di sette squadre divise per annata: quattro di Giovanissimi e tre di Allievi. Esordienti e pulcini rimarranno, invece, ancora a diretta gestione delle singole società».
Lo scopo, in altre parole, è quello di creare in casa i giocatori del domani?
«Esattamente. Il futuro delle nostre società passa per i calciatori formati in casa. E d’altronde noi sono anni che ci siamo incamminati su questa strada con il fiore all’occhiello della passata stagione. Mai la Gemonese in passato aveva giocato ai vertici di un campionato di Promozione con nove ragazzi cresciuti nel vivaio (De Baronio, Zucca, Pignata, Mateusic, Della Torre, Tomasini, Canci, Argenta e Keci): un risultato straordinario che, miscelato ai giocatori più esperti, sempre fondamentali, ha fatto sì che alla fine realizzassimo una stagione da record culminata con la promozione in Eccellenza».
A proposito dell’Eccellenza, il campionato ormai è alle porte. La Gemonese si presenta con quale obiettivo? «Restare in categoria. Siamo consapevoli delle difficoltà dell’Eccellenza, ma state sicuri che dopo tutta la fatica che abbiamo fatto negli anni per conquistarcela lotteremo su ogni pallone di ogni gara per mantenerla».
Un’Eccellenza, tra l’altro, a 17 con l’inserimento dell’Itala San Marco. Lei come ha preso la decisione, non ancora ufficiale, ma data per certa?
«Non mi piace per niente. Innanzitutto perché ci saranno quattro retrocessioni, e poi perché ci saranno diversi turni infrasettimanali, con la possibilità, per qualche società che gioca il mercoledì, che la domenica successiva si ritrovi proprio la squadra che a metà settimana ha riposato. E poi, forse sono solo voci, mi dicono che stanno allestendo uno squadrone. Ma io mi chiedo: come fanno a tesserare i migliori giocatori in circolazione se sono falliti poco più di un mese fa? Mah, francamente rimango basito e stupito».
Mattia Pertoldi